Prada in denim, Moncler sul ring e Missoni in tenda
articolo di fashionmagazine.it
Il 22 giugno, seconda giornata di Milano Moda Uomo, ha visto Prada in denim (nella foto), Missoni mescolare culture lontane, Moncler Gamme Bleu salire sul ring di un ipotetico match estetico. E ancora Iceberg, Vivienne Westwood, Ferragamo e Calvin Klein. Con una presenza sempre più consistente delle precollection femminili.
Sembra strano, dopo due giorni passati ad arrampicarsi sugli aggettivi per descrivere le sfilate, rimanere senza parole. Perché Prada ha azzerato qualsiasi ipotesi di tendenza sia stata formulata finora. Niente ispirazioni esotiche, niente giacche indossate a pelle, niente rimandi storici o anticonformismi estetici.
Sono bastati i jeans (larghi, neppure attillati) profilati con strisce di cuoio caramellato e una teoria di mocassini con bande laterali gommate in contrasto cromatico per scardinare qualsiasi certezza estetica. Gli uni e gli altri si venderanno a vagonate, c’è da scommetterci.
Tutta la sfilata di Prada ha lo stesso imprinting. Cappottino e pantaloni con le impunture candide, vistosamente evidenti, maglioni a righe bianche e beige diagonali, trench a trapezio in pelle e c’è pure un dolcevita blu.
Non è estate, non è inverno, perché è una collezione adatta a tutte le latitudini e a tutti i mercati, anche quelli geograficamente più lontani. Stessa valenza ha la cruise femminile, che si alterna durante lo show maschile.
Anche per la donna il denim di Prada è profilato, gli abitini con tanto di colletto piccolo sono a righe o a grafismi geometrici bianchi e neri, e i cappotti sono identici a quelli di lui. L’unico vezzo è per la sera, quando le impunture si illuminano di cristalli luccicanti.
Introspezione e naturalezza sono i cardini intorno ai quali si snoda il racconto estetico di Iceberg per la prossima primavera/estate 2015. La camicia, vero passepartout di queste sfilate, viene disegnata da Federico Curradi, anima creativa del menswear del brand, ampia e con le doppie maniche, corte e lunghe insieme.
Le stampe floreali in bianco e nero assumono da Iceberg l’aspetto d’inchiostro sbavato, le piume colorate si trasformano in fiamme incandescenti. Quello che all’apparenza sembra essere un tessuto tecnico, si rivela cotone trattato con finissaggi particolari. Per corroborare l’esprit naturalistico.
La Natura torna anche protagonista da Salvatore Ferragamo. Massimiliano Giornetti, al timone creativo della griffe,viaggia con la fantasia e immagina una Savana incontaminata, dove trovano spazio gentiluomini con indosso giacche doppio petto fermate in vita da una cintura, short essenziali, in leggerissimi tessuti di lana, e camicie in lana e seta.
Tutto è pacato, a cominciare dai grafismi che “contaminano” la purezza di linee degli abiti, donando increspature visive alla superficie. E il mal d’Africa? Si esprime nelle stampe giraffa delle fodere, che salgono in superficie quando si rivoltano le maniche delle giacche e dei coat impeccabili.
Ancora una sfilata, ancora una diversa sfaccettatura dell’estetica maschile. Italo Zucchelli, direttore creativo del menswear di Calvin Klein, lavora per sottrazione e sovrapposizione.
Detto così sembra un ossimoro stilistico difficile da razionalizzare, eppure lui c’è riuscito. Gli è bastato usare solo due colori, il rosa e il marrone, e il resto l’ha fatto la sua matita.
Canotte e T-shirt si sovrappongono in un effetto seconda pelle che fa risaltare la fisicità, strisce di PVC trasparente, nei toni fluo, raccordano il fondo delle canotte e diventano fasce laterali dei pantaloni dritti e affilati. I bomber, impunturati a losanga, si fermano sopra il punto vita.
Sempre trasgressiva Vivienne Westwood. Questa volta la designer britannica sposa la causa dello sfruttamento e dell’inquinamento causati dall’allevamento industriale dei maiali.
Così in faccia a qualche modello spunta un naso da suino. Poi si abbassa lo sguardo e si scoprono la maglia garzata con allacciatura asimmetrica, la giacca corta a frange lunghe, il maglione “distrutto” sapientemente e il gilet in coordinato con lo slip da mare.
A proposito, è uno dei pochi appuntamenti in calendario dov’è comparso qualche accenno di beachwear, nonostante sia la fashion week della prossima primavera/estate 2015.
Missoni riunisce sotto un’immaginaria tenda le culture del mondo, così possono contaminarsi a vicenda e dare vita a métissage culturali e stilistici. Convivono sulla stessa passerella l’esotismo geometrico del Maghreb e le righe Breton, la djellaba lavorata all’uncinetto e la giacca elasticizzata che assomiglia a una muta da surf.
La maglieria si riappropria dell’effetto spugna, che è stato per tanto tempo il tratto distintivo del menswear della maison. Il fiammato tipico contamina anche il biker in suede cobalto.
Moncler Gamme Bleu sale sul ring. Thom Browne sceglie il mondo dei boxeur e disegna pantaloncini da boxe con arricciature a nido d’ape e giacche dalle spalle morbide.
Il logo del brand, debitamente ingrandito, diventa stemma sul cinturone da campione. Poi tocca ai trench, alle mantelle e ai cardigan salire in pedana. Immancabili i piumini e le fantasie check. Anche qui la precollection femminile attraversa la passerella. C’è pure un finale con tanto di sposa, munita di strascico chilometrico.