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I marinai inglesi di Gucci, l’optical di Emporio Armani, il nutrimento di Etro

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articolo di fashionmagazine.it

 

Il terzo giorno della fashion week milanese, 23 giugno, amplia ancora di più gli orizzonti estetici della prossima primavera/estate 2015. Si passa dai marinai in libera uscita di Gucci (nella foto) al graphic touch di Emporio Armani, dal “menù” di Kean Etro alla juta di Andrea Incontri. Per finire con le architetture di Ports 1961.

 

Londra, anni ’60. Alla foce del Tamigi approda il Britannia, lo yacht reale da cui sbarca l’equipaggio in libera uscita. I marinai di Gucci indossano camicie caftano, rigate in bianco e nero, pants candidi e portano grandi sacche a bandoliera.

 

Gli ufficiali di bordo sfoggiano abiti bianchi con due fasce nere all’altezza dei polsi, per non dimenticare i gradi anche in libera uscita, oppure giacche (sailor made, visto che sempre di marinai si tratta) doppiopetto a quattro bottoni dorati, intinte nel rosso.

 

Sopra, peacot  e caban color corda. Pure loro optano per le maxi tracolle, peròin coccodrillo aubergine. Tutti, senza distinzione di grado e ruolo, calzano sneakers bianchissime dalla suola in gomma, per non graffiare la tolda.

 

Come in un film d’antan, Frida Giannini rilegge i classici del guardaroba maschile, asciugando le proporzioni e attualizzando i cromatismi.

 

Un tocco grafico che mescola righe, riquadri e zig zag movimenta maglie e pullover indossati a pelle sulla passerella di Emporio Armani.

 

Sopra, invece, la giacca (slim e con un solo bottone) è rigorosamente nera o tutt’al più blu. Ben diverso il discorso per caban, parka e piccoli giubbotti dall’aspetto antipioggia, dove brillano per l’assenza le cuciture, sostituite dalle termosaldature. Qui l’optical torna a galla e scandisce con bande orizzontali dégradée check interrotti tutte le superfici.

 

Etro sceglie come filo conduttore della sua sfilata il tema principe di Expo 2015, “Nutrire il Pianeta”. Ma lo fa a modo suo, condendo gli abiti con stampe di crostacei e molluschi, di pasta e pomodoro. Invece i completi check dye richiamano alla mente le tovaglie rustiche e gli strofinacci.

 

Ritorna la tuta di spugna, però trasfigurata dai grafismi Paisley. Nuove proporzioni per le giacche, che si allungano e si ampliano. Stesso discorso per i pantaloni, piùrilassati.

 

Da Ports 1961, Fiona Cibani si ispira al rigore architettonico, che declina ampliando la linea dei pantaloni, appoggiati morbidamente sulle sneakers. Qui e là spuntano tagli obliqui e camicie a pannelli in cotone candido, mentre gli scolli geometrici sono in contrasto cromatico.

 

Andrea Incontri (che ieri ha debuttato alla direzione creativa di Tod’s) oggi racconta una storia fatta di tessuti naturali, lavorati come la juta dall’aspetto grezzo e granuloso, che lui utilizza per cappottini e abiti slim nei toni neutri.

 

Il suo uomo assomiglia a un pescatore bretone ritornato da un lungo viaggio per mare, tant’è che porta a tracolla ben due borsoni. Questo marinaio indossa anche pantaloni con stampa check, che riprende la trama della tela, mentre il print a spina di pesce sembra tratteggiato con il pennarello.

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